Acea e il termovalorizzatore fantasma: le carte che potrebbero fermare l’impianto a San Vittore
Una sentenza del Consiglio di Stato, successivamente confermata dalla Corte di Cassazione, potrebbe mettere in difficoltà Acea, la multiutility romana attiva nei settori dell’ambiente e dell’energia. Al centro della questione c’è il termovalorizzatore di rifiuti situato a San Vittore nel Lazio, in provincia di Frosinone, la cui realizzazione sarebbe avvenuta su basi giuridicamente fragili. La sentenza, infatti, ha annullato diversi atti amministrativi, tra cui la concessione edilizia dell’impianto, rendendolo potenzialmente abusivo. Tuttavia, nonostante il pronunciamento dei giudici, le autorità locali – tra cui Comune e Regione – non hanno mai applicato il provvedimento, risultando a loro volta inadempienti.
L’esposto in Procura e le irregolarità riscontrate
La vicenda è stata oggetto di un esposto presentato lo scorso novembre in Procura dall’associazione ambientalista Fare Verde. A questo si aggiunge una seconda denuncia alla Polizia di Stato relativa ad alcune presunte irregolarità nella costruzione della quarta linea dell’impianto, autorizzata nel 2022 ma ancora in fase di realizzazione. In entrambi i casi, secondo i documenti disponibili, emergerebbero criticità procedurali che potrebbero invalidare le autorizzazioni concesse ad Acea.
Il termovalorizzatore è operativo dal 2002 e attualmente dispone di tre linee, con una capacità di trattamento annua di 397.200 tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi. Tuttavia, la sentenza che ne mette in discussione la legittimità risale addirittura al 2001, annullando tutti gli atti relativi alla sua costruzione ed esercizio, compresa la concessione edilizia del 1997. Secondo i giudici, il problema principale risiede nel mancato rispetto delle procedure previste dalla normativa ambientale dell’epoca.
Cosa dice la legge?
Secondo il provvedimento giudiziario, l’impianto sarebbe stato autorizzato tramite una “procedura semplificata” senza la necessaria pianificazione regionale o un accordo di programma con il Ministero dell’Ambiente, come richiesto dal Testo Unico Ambientale degli anni ’90. In sostanza, il termovalorizzatore non aveva le autorizzazioni necessarie alla sua costruzione e, di conseguenza, non sarebbe in regola neanche oggi, dopo oltre vent’anni di attività.
Le responsabilità degli enti pubblici
Il Comune di San Vittore del Lazio, secondo l’esposto, avrebbe dovuto adottare tutte le misure necessarie per fermare l’attività dell’impianto, considerata abusiva alla luce degli atti annullati. Comune, ex Provincia di Frosinone e Regione Lazio sono stati diffidati a far rispettare la sentenza, bloccando le operazioni dell’impianto e avviando l’iter per una nuova concessione edilizia. Tuttavia, nulla è stato fatto e, paradossalmente, l’ultima conferenza dei servizi relativa all’ampliamento dell’impianto ha utilizzato come base proprio la concessione edilizia del 1997, già annullata dai giudici.
I dubbi sulla quarta linea
A complicare la situazione c’è la costruzione della quarta linea del termovalorizzatore, per la quale l’associazione Fare Verde Provincia di Frosinone APS ha presentato un’ulteriore denuncia. La Regione Lazio ha concesso il via libera al progetto nel 2022 attraverso tre atti:
- Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) – Luglio 2022
- Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) – Ottobre 2022
- Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale (PAUR) – Conferenza dei servizi che accorpa tutti i permessi precedenti
Tuttavia, emergono alcune criticità procedurali:
- Mancanza dell’attestazione di inesistenza di usi civici, requisito obbligatorio per l’approvazione e già segnalato in una determinazione regionale del 24 dicembre scorso.
- Titolarità dell’area e variante urbanistica assente: il terreno su cui sorge l’impianto è di proprietà del Comune di San Vittore, ma non è mai stata approvata la variante urbanistica necessaria per il progetto.
- Concessione idrica ancora in sospeso: il permesso per l’utilizzo di acqua pubblica a fini industriali non è stato ancora rilasciato dall’ex Provincia di Frosinone.
Secondo Fare Verde Provincia di Frosinone APS, in assenza di questi documenti il PAUR non poteva essere rilasciato. La Regione Lazio, interpellata sulla questione, ha dichiarato che le autorizzazioni possono essere concesse con alcune prescrizioni. Tuttavia, una sentenza del Tar del 2021 ha chiarito che il provvedimento unico non può sostituire i singoli permessi, ma deve ricomprenderli tutti, rendendo di fatto irregolare l’iter autorizzativo della quarta linea.
La replica di Acea
L’azienda si difende affermando che le tre linee esistenti operano nel pieno rispetto delle normative e delle autorizzazioni vigenti. Inoltre, sostiene che la costruzione della quarta linea segue fedelmente i progetti approvati dagli enti competenti e che l’impianto è soggetto a controlli regolari da parte delle autorità.
La vicenda del termovalorizzatore di San Vittore del Lazio è ancora aperta e presenta numerose questioni irrisolte. Da un lato, le sentenze che dichiarano irregolare l’intero impianto; dall’altro, la mancata applicazione dei provvedimenti da parte delle istituzioni locali e le presunte irregolarità nella realizzazione della nuova linea. Nel frattempo, il termovalorizzatore continua a funzionare, mentre associazioni ambientaliste e autorità giudiziarie cercano di far luce su una situazione che dura da oltre vent’anni.
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