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UAP: sanità privata accreditata sotto attacco, mentre alle farmacie si spianano le corsie preferenziali.

La UAP – Unione Nazionale Ambulatori, Poliambulatori, Enti ed Ospedalità Privata, che rappresenta oltre 27.000 strutture e più di 350.000 professionisti, lancia l’allarme: la sanità privata accreditata, pilastro del Servizio Sanitario Nazionale, è strangolata da requisiti e tariffe insostenibili, mentre le farmacie ottengono scorciatoie e rimborsi d’oro.

Requisiti infiniti, tariffe da fame.

Gli ambulatori e i poliambulatori accreditati rispettano il d.lgs. 502/1992: centinaia di standard, controlli, procedure di accreditamento diverse da

Regione a Regione. Una macchina burocratica che rallenta, ostacola, scoraggia.

E come se non bastasse, il nuovo Nomenclatore tariffario – lo strumento che fissa le tariffe di rimborso delle prestazioni LEA – dopo vent’anni di attesa ha peggiorato la situazione: tariffe più basse delle precedenti, già insufficienti. Visite specialistiche pagate meno di una cena, ECG a rimborso ridicolo. Così si mette in ginocchio chi lavora nella legalità e nella qualità.

Rischio colonizzazione del sistema.

Con tariffe da fame e vincoli burocratici, le strutture medio-piccole rischiano di chiudere o di essere comprate da grandi gruppi, spesso stranieri. Il risultato? Sanità “massificata”, standardizzata, lontana dal paziente.

Farmacie: sperimentazione o corsia preferenziale?

La legge è chiara: le farmacie possono fare solo test di prima istanza, senza referto medico. Eppure, grazie alla “Farmacia dei servizi”, oggi si sperimentano anche esami diagnostici complessi, in deroga ai requisiti di legge. Non solo: per un ECG arrivano a incassare 26 euro, mentre alle strutture accreditate lo Stato riconosce appena 11,6 euro. Un paradosso.

Una stortura che sa di privilegio.

E adesso? Nel ddl “Semplificazioni” si prova a infilare, quasi di nascosto, la possibilità di rendere permanenti queste attività, in deroga alle regole che valgono per tutti gli altri. Un tentativo “strisciante” che mina la trasparenza e rischia di spaccare il sistema.

Il nodo del fabbisogno.

Ogni struttura sanitaria deve rispondere ai criteri di fabbisogno regionale per essere accreditata. Una regola ferrea. E le farmacie? In quale fabbisogno rientrerebbero? Nessuno lo dice. Ma intanto operano.

La denuncia di UAP

“Stesse regole, stessi diritti e stessi doveri: questa è equità. Non possiamo accettare che chi rispetta la legge sia penalizzato e chi opera in deroga venga premiato”, dichiara la Presidente Mariastella Giorlandino.

“La sanità privata accreditata non chiede privilegi, ma condizioni giuste per continuare a garantire servizi essenziali ai cittadini. Se il sistema continua così, a perdere non saranno solo gli operatori, ma i pazienti”.

In sintesi:

• Tariffe sotto-costo che penalizzano i professionisti.

• Burocrazia che rallenta e scoraggia.

• Farmacie in corsia preferenziale con rimborsi gonfiati.

• Tentativi di legalizzare deroghe permanenti.

• Un fabbisogno che vale solo per alcuni.

UAP chiede trasparenza, equità e regole uguali per tutti. Perché la salute dei cittadini non si difende con i privilegi, ma con qualità e responsabilità.


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