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Nauticlub di Castelfusano rischia di chiudere, Imma Battaglia: “Una storia di errori, la giunta capitolina faccia qualcosa”

Per gli amanti della vela, il Nauticlub di Castelfusano è molto più di un semplice ritrovo e circolo sportivo: è casa, comunità e collettività. Oggi, dopo quarant’anni, tutto questo rischia di scomparire.

Il club, che da anni forma atleti specializzati in sport acquatici e offre alla società, anche spazi dedicati ai ragazzi disabili, è sempre più vicino alla chiusura, dopo il bando indetto dall’assessore Tobia Zevi, che ha messo a gara come ‘lido commerciale’ anche il Nauticlub Castelfusano, da sempre gestito da un’associazione sportiva dilettantistica – Lungotevere Vespucci 50,  assegnato nel PUA – Piano utilizzo Arenili.

A parlarne è la politica e attivista Imma Battaglia, socia del Nauticlub, che attraverso i social ha denunciato la vicenda e noi di Dallaplatea.it abbiamo avuto il piacere di intervistare per capire meglio e analizzare la questione.

La chiusura ingiusta del Nauticlub di Castelfusano

Quest’anno è stata bandita una gara per la gestione degli arenili di Ostia, in cui viene inserito dall’assessore Zevi anche lo spazio del Nauticlub, che ha cancellato la sua destinazione ad attività sportive senza opportuno cambio di destinazione.

A questa gara ha partecipato una sola società, la Kokai srl, che, essendo l’unica, ha vinto.

Coincidenza? È questo uno dei quesiti che Imma Battaglia e tanti altri soci si pongono.

“La storia del Nauticlub di Castelfsano è una storia di errori gravi, per non voler pensare male, abusi di potere. Fa allenamento, fa crescere atleti, alcuni olimpionici e nazionali. È frequentato da giovani e appassionati di vela, ,è destinato ad attività sportive e quindi è gestito da una società dilettantistica senza finalità di lucro, per tale motivo tutto quello che riesce a guadagnare lo destina alla gestione delle attrezzature sportive”. Ha raccontato la politica.

“La società sportiva, essendo tale, non ha potuto e non ha voluto partecipare alla gara, perché senza scopo di lucro. Ha partecipato solo una società, tra l’altro costituita apposta per il bando. Si chiama Kokai srl e sembra sia legata allo stabilimento più avanti”. Ha spiegato Battaglia.

La denuncia

La denuncia di Imma è strettamente legata all’attività sportiva. All’interno del Nauticlub ci sono persone diversamente abili e tante famiglie che hanno visto crescere i propri figli nel benessere e inclusività.

“Tutto questo verrà cancellato a colpo di spugna con finalità commerciale e di fatto senza una vera è proprio gara, perchè, partecipando una sola società, di fatto non c’è stata una gara”. Ha affermato.
“Se avessero voluto fare una gara, avrebbero dovuto farla per attività sportive”.

Chi ha deciso questo cambio di destinazione di questo piccolo spazio? È il secondo quesito a cui, almeno per adesso, nessuno sa dare una risposta.

Cosa succederà?

Dopo quarant’anni, quale sarà il futuro del Nauticlub? La risposta è semplice e immediata: se il bando non venisse annullato, i soci e le relative attrezzature si troverebbero senza un posto dove stare.

“Chiedo con urgenza che il sindaco Gualtieri e tutta la giunta si interessi al caso del Nauticlub, per garantire il proseguio delle attività sportive dei giovani abili e disabili e di tutti gli appassionati di Vela soci del Circolo”. Ha concluso Battaglia.

A cura di Beatrice Manocchio

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