Traslochi come copertura: smantellata banda a Roma per traffico illecito di rifiuti
Un vero e proprio sistema strutturato di gestione illecita dei rifiuti è stato smantellato a Roma. Nove persone risultano indagate per attività organizzata di traffico illecito di rifiuti, connessa a operazioni non autorizzate di raccolta, trasporto e smaltimento di rifiuti urbani e speciali, pericolosi e non. Le indagini, condotte dalla Polizia Locale della Capitale, hanno portato al sequestro preventivo di cinque autocarri e di due aree, con relativi fabbricati, utilizzati come depositi abusivi.
Il gruppo, operante sotto la copertura di attività di traslochi e “svuota-cantine”, gestiva in modo continuativo l’intero ciclo illegale dei rifiuti, promuovendo i propri servizi tramite affissioni abusive dei cosiddetti “cartelli gialli” su segnaletica, edifici pubblici e privati. La pubblicità illecita, unita ai prezzi stracciati ottenuti aggirando ogni norma ambientale e fiscale, costituiva un chiaro caso di concorrenza sleale nei confronti delle imprese regolari.
L’indagine, avviata con osservazioni dirette e monitoraggi da parte del nucleo NAD e della polizia giudiziaria del comando generale, ha portato all’individuazione di due imprese individuali collegate tra loro: una guidata da un cittadino italiano di 45 anni, l’altra da un cittadino extra-UE. I rispettivi dipendenti e collaboratori gestivano una filiera piramidale, illecita, per il conferimento dei rifiuti.
Aree private non pavimentate deposito a cielo aperto di rifiuti ingombranti
Le perquisizioni presso le sedi aziendali hanno confermato l’utilizzo sistematico di aree private non pavimentate per il deposito a cielo aperto di rifiuti ingombranti, apparecchiature elettroniche, materiali da demolizione e metalli. In assenza di presidi ambientali, le attività esponevano il suolo a rischio di contaminazione e aumentavano le probabilità d’innesco di incendi.
Le imprese non erano iscritte all’Albo nazionale dei gestori ambientali e non rispettavano la normativa regionale sulla tutela delle acque. Il sistema generava profitti illeciti sia tramite il risparmio sui costi di smaltimento, sia grazie ai guadagni derivanti dalla rivendita di materiali metallici selezionati. L’offerta di servizi a prezzi inferiori a quelli di mercato consentiva agli indagati di sottrarre clientela alle aziende regolari, consolidando una rete economica parallela e illecita.
L’operazione, conclusasi il 31 luglio 2025, rappresenta uno dei più rilevanti interventi contro la gestione illegale dei rifiuti e il degrado ambientale nella Capitale, con importanti risvolti anche sotto il profilo della tutela della concorrenza e della legalità nel settore dei traslochi e facchinaggio.
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