Albano Laziale, maggioranza in frantumi: Marini si autosospende, salta il Consiglio comunale
La crisi politica che attraversa il Comune di Albano Laziale si aggrava. L’ultima seduta del Consiglio comunale è saltata per l’assenza totale dei consiglieri di maggioranza. Una defezione che non può essere letta come una semplice coincidenza, ma come il segnale tangibile di un blocco politico e amministrativo senza precedenti. Il centrosinistra, che guida la città, non riesce più a garantire nemmeno il numero legale per aprire i lavori consiliari, lasciando l’opposizione da sola in aula e i cittadini senza risposte.
A certificare la crisi è arrivata anche la decisione clamorosa di Nicola Marini, ex sindaco per due mandati e oggi presidente del Consiglio comunale, che ha annunciato la sua autosospensione dal gruppo consiliare del Partito Democratico. Una scelta pesante, comunicata in forma ufficiale, che rende evidente la rottura all’interno del principale partito di maggioranza. Marini, figura storica del PD locale, ha preso le distanze dalla linea politica dell’attuale amministrazione, segnalando una frattura che non appare sanabile nel breve termine.
La situazione politica appare sempre più compromessa. Alla paralisi dell’attività consiliare si somma una crescente sfiducia reciproca tra gli esponenti della maggioranza. Alcuni consiglieri non nascondono più il loro disagio rispetto alla gestione del sindaco e di alcuni assessori, mentre sul territorio cresce la percezione di un’amministrazione immobile, incapace di affrontare le urgenze della città.
L’autosospensione di Marini e la diserzione in blocco della seduta consiliare rischiano di innescare un effetto domino. Non è escluso che altri consiglieri possano prendere decisioni analoghe o addirittura scegliere la strada della rottura definitiva con il gruppo di maggioranza. Intanto, l’opposizione chiede chiarezza e trasparenza, denunciando l’irresponsabilità di chi avrebbe il dovere di governare.
La crisi del centrosinistra albanense, dunque, è ormai conclamata. Il rischio di un commissariamento o di elezioni anticipate non appare più remoto. La città resta in attesa di segnali, ma al momento regna solo il silenzio.
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