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Zuckerberg rilancia sull’IA: la super intelligenza sarà personale e indossabile

(Adnkronos) – Poche ore prima della pubblicazione dei risultati trimestrali di Meta, Mark Zuckerberg ha reso pubblica una riflessione articolata sul futuro dell’intelligenza artificiale. In una lettera aperta pubblicata su una semplice pagina di testo online, il fondatore e CEO del colosso californiano ha delineato una visione ambiziosa: portare la “superintelligenza personale” nelle mani di ogni individuo, integrata in dispositivi indossabili come occhiali intelligenti. Secondo Zuckerberg, l’obiettivo non è semplicemente aumentare l’efficienza o automatizzare compiti, ma creare uno strumento capace di “aiutare le persone a raggiungere i propri obiettivi, vivere avventure, migliorare nelle relazioni e crescere nella direzione della propria aspirazione personale”. Nel testo, Zuckerberg fa esplicitamente riferimento allo sviluppo della cosiddetta “superintelligenza”, un termine spesso usato per descrivere l’intelligenza artificiale generale (AGI): una tecnologia capace di eguagliare, se non superare, le capacità cognitive dell’essere umano in una vasta gamma di compiti. Un obiettivo condiviso oggi da tutte le principali aziende del settore, da OpenAI a Google, passando per Anthropic. “Il progresso è ancora lento, ma innegabile”, scrive Zuckerberg, lasciando intendere che l’obiettivo è ormai visibile all’orizzonte. E per Meta, le ambizioni non si fermano alle parole: lo dimostra l’enorme investimento da 14,3 miliardi di dollari per l’acquisizione del 49% di Scale AI, azienda leader nell’addestramento dei modelli attraverso l’etichettatura dei dati. A capo del nuovo laboratorio Meta per la superintelligenza è stato posto Alexandr Wang, CEO di Scale AI. Nel frattempo, Meta ha avviato una vera e propria campagna acquisti, strappando ingegneri e ricercatori ad aziende concorrenti come Apple, DeepMind, OpenAI e Anthropic. Alcune offerte avrebbero superato i 100 milioni di dollari, ma molte si aggirano fra 1 e 1,4 milioni. Nonostante ciò, Meta non è riuscita ad attrarre tutti: diversi esperti avrebbero declinato le offerte, preferendo rimanere fedeli a una visione più coerente con i propri valori o già abbastanza ben retribuiti da potersi permettere il rifiuto. Nel testo, Zuckerberg prende implicitamente le distanze anche da una parte della filosofia dominante nel settore dell’IA. A differenza di chi, come Sam Altman, CEO di OpenAI, ritiene che la superintelligenza dovrebbe servire a sostituire gran parte del lavoro umano, ridistribuendo il valore prodotto sotto forma di reddito universale, Meta intende orientare lo sviluppo dell’IA verso l’empowerment individuale e l’uso personale dei modelli intelligenti. Particolare enfasi viene posta sull’importanza degli occhiali intelligenti, considerati da Zuckerberg il prossimo “dispositivo informatico primario” nella vita quotidiana delle persone. È attraverso tecnologie indossabili e su misura che Meta immagina di far convivere la superintelligenza con la dimensione personale, in una fusione tra assistenza virtuale e identità aumentata. Zuckerberg lancia anche un monito sul tema dell’open source, sottolineando i rischi legati alla diffusione indiscriminata di modelli IA aperti, che potrebbero essere manipolati per eludere i sistemi di sicurezza e generare azioni pericolose su larga scala. Una preoccupazione sempre più sentita, anche in ambito politico, dopo la recente proposta di regolamentazione avanzata negli Stati Uniti dall’amministrazione Trump. “La seconda metà di questo decennio — conclude Zuckerberg — sarà probabilmente decisiva per determinare il destino dell’IA: se diventerà uno strumento di emancipazione individuale, oppure una forza destinata a sostituire intere fasce della società.” —tecnologiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)


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