Acea chiude i pozzi di Ardea e Pomezia: l’acqua lascia il posto all’inceneritore di Roma
Nel silenzio di un’operazione tecnica, ma con effetti profondi sul territorio, Acea ATO 2 ha avviato la dismissione dei pozzi che per anni hanno garantito l’acqua potabile a migliaia di residenti tra Ardea e Pomezia. La motivazione ufficiale parla di “efficientamento della rete” e passaggio all’acquedotto consortile. Ma la realtà, secondo quanto denunciato da cittadini e attivisti, racconta una storia ben diversa: quella di un’infrastruttura idrica sacrificata per fare spazio al maxi inceneritore di Roma, destinato a sorgere proprio nei pressi del Campo Pozzi Laurentino.
Si tratta di un impianto pensato per bruciare 600.000 tonnellate di rifiuti all’anno. E il terreno individuato per ospitarlo è stato, fino al 2021, classificato come zona non idonea per impianti di trattamento rifiuti, a causa della presenza di falde e riserve idriche da proteggere. Poi, con un repentino cambio normativo, i vincoli sono stati rimossi. L’area è stata sbloccata e in tempi record AMA ha perfezionato l’acquisto dei terreni, appena liberati da ostacoli legali.
La chiusura dei pozzi – formalizzata da Acea nelle scorse settimane – è il tassello finale di questa manovra. Non solo si elimina una fonte di approvvigionamento idrico autonoma e locale, ma si rende di fatto disponibile l’area alla realizzazione del termovalorizzatore. Una manovra che secondo l’associazione Rete Tutela Roma Sud configura un potenziale conflitto d’interessi, dato che Acea è anche soggetto gestore e beneficiario indiretto della nuova configurazione territoriale.
Il paradosso è che si chiudono pozzi in un’area già colpita da fenomeni di contaminazione ambientale. Analisi passate hanno infatti rilevato la presenza di idrocarburi nelle falde, ma le richieste di bonifica e protezione dell’area sono rimaste lettera morta. Anzi: la Regione Lazio, su sollecitazione della stessa Acea, ha recentemente archiviato la proposta di istituire una zona di salvaguardia ambientale, che avrebbe potuto ostacolare il progetto.
Rete Tutela Roma Sud, in una comunicazione inviata ai 50 consiglieri comunali di Ardea e Pomezia, ha chiesto un impegno formale e immediato delle amministrazioni locali su tre punti chiave:
- Bocciare ogni atto che favorisca la costruzione dell’inceneritore all’interno dell’assemblea dell’Ato 2.
- Chiedere alla Regione Lazio l’avvio della bonifica ambientale dell’area del Campo Pozzi Laurentino, in base alla legge regionale n.13 del 2019.
- Istituire una zona permanente di tutela e salvaguardia della risorsa idrica, che impedisca la costruzione di impianti potenzialmente inquinanti.
Secondo l’associazione, l’intera operazione ha preso forma in maniera graduale ma sistematica: prima la rimozione dei vincoli, poi la sospensione delle fonti idriche locali, infine il via libera alla gestione centralizzata e la cessione del terreno. Il tutto, nel silenzio delle istituzioni e a scapito dei cittadini, che si ritrovano con meno acqua e più rifiuti.
L’appello è ora nelle mani della politica locale. Tocca ai sindaci e ai consiglieri decidere se subire questo disegno oppure opporsi, prima che la cementificazione dell’area e l’avvio dei cantieri rendano tutto irreversibile.
Seguiteci sulla nostra pagina Facebook
Scopri di più da Dalla Platea
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.