AmbienteIn evidenzaNotizieViterbo

Deposito scorie nucleari in Tuscia, nuova direzione: operativo dal 2039

È ufficiale: il deposito di scorie nucleari nella Tuscia si farà e dalle ultime informazioni rivelate durante la commissione alla Camera presieduta dal ministro all”Ambiente Fratin, sarà attivo a partire dal 2039. Inoltre, è stato confermato che, in mancanza di accordo, si procederà con decreto presidenziale.

Tuscia, in arrivo il deposito di scorie nucleari

Nei giorni scorsi si è tenuta una commissione alla Camera con il ministro all’Ambiente da cui è emerso che i 51 siti ritenuti idonei per il deposito di scorie nucleari sono stati approvati e che l’installazione degli impianti si farà. Metà di questi saranno realizzati nella Tuscia.

La decisione ribalta completamente la versione di un mese fa e torna a preoccupare i cittadini che si trovano ancora una volta a dover scendere in campo per fermare questo scenario previsto per il 2039.

Una volta individuata la zona, Sogin per 15 mesi effettuerà indagini e soltanto al termine di queste sarà avviata la proposta di localizzazione.

Modalità e procedimento

Il processo di insediamento del deposito di scorie nucleari nell’area individuata dovrà seguire step ben precisi: in primo luogo è prevista una campagna informativa nella regione interessata, dovrà essere rilasciata l’autorizzazione unica, prevista per il 2029, e si svolgerà tutta la procedura di valutazione d’impatto ambientale.

Il ministro all’Ambiente richiede la massima collaborazione da parte dei comitati, Stato e Regioni affinché si trovi un accordo condiviso da tutte le parti interessate.

Ma come si svolgerà il lavoro dell’impianto? “Saranno smaltiti in via definitiva rifiuti radioattivi a molto bassa e bassa intensità, derivanti da industria, ricerca, e medicina e sanità, oltre alla pregressa gestione nucleare, materiale ferroso e acciaio, anche della parte edilizia, se contaminata”. Ha spiegato Fratin.

Comitati e partiti: tra delusione e consapevolezza

Le parole del ministro all’Ambiente Fratin sono state una doccia fredda per i cittadini e membri dei comitati che avevano creduto alla dichiarazione di circa un mese fa. Ora è di nuovo buio e sono in molti a pensare che le dichiarazioni del Ministro Picchetto Fratin confermino il fatto che il governo aveva una posizione effettiva fin dall’inizio.

“Nessuno si era illuso che alle parole del ministro potesse seguire da parte del governo una revisione sostanziale della strategia fin qui adottata sul tema del deposito scorie nucleare, ma ora più che mai è necessario rinsaldare le fila, a partire dalle istituzioni del territorio, i comitati locali, i Biodistretti, le associazioni ambientaliste, i cittadini per difendere in ogni sede utile la Tuscia per evitare la realizzazione di un deposito unico nazionale che possa portarla ad essere condannata a diventare la discarica radioattiva d’Italia”. Si legge in una nota pubblicata dal consigliere di Sinistra Civica Ecologista e presidente della Commissione vigilanza sul pluralismo dell’informazione, Claudio Marotta.

Fondazione Bio-distretto della via Amerina e delle Forre ETS

Anche la Fondazione Bio-distretto della via Amerina e delle Forre ETS ha pubblicato un comunicato stampa al riguardo attraverso cui si legge come la città di Roma e la Tuscia siano unite per la stessa causa.

“Questo è un aspetto che dimostra come noi possiamo e dobbiamo continuare a muoverci sulle nostre gambe e portare avanti le nostre iniziative, come abbiamo dimostrato in questi anni di

mobilitazione collettiva. Questa cosa resta centrale, e che sia centrale lo dimostra ancora una volta l’esternazione piuttosto controversa e contradittoria del ministro Pichetto Fratin”. C’è scritto. “Un percorso, quello del deposito nazionale e dell’individuazione dell’area, che dovrebbe coinvolgere enti, amministrazioni locali e sindaci della Tuscia, ma che è stato puntualmente rifiutato dal ministro Fratin, dimostrando la scarsa affidabilità nelle sue affermazioni.  Per questo motivo torneremo a chiedere con grande determinazione che questo ministro incontri il nostro territorio e i sindaci come abbiamo richiesto da più di tre anni al ministro”.  “Il nostro comportamento e il nostro obbiettivo è stato e resta molto chiaro andremo avanti con nostra mobilitazione contato sulle nostre forze. Il potere è sempre nelle mani delle persone che si uniscono per mobilitarsi e impegnarsi per raggiungere gli obiettivi imposti, e noi proseguiremo sulle nostre gambe”.

A cura di Beatrice Manocchio

Seguiteci sulla nostra pagina Facebook          


Scopri di più da Dalla Platea

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Solverwp- WordPress Theme and Plugin