Ipsen, ‘life show’ e impegno su connessioni per nuova sede a Milano
(Adnkronos) – Gli italiani hanno bisogno di connessioni, soprattutto quelle in famiglia, fondamentali per più di 8 su 10 (80,6%). Eppure, il 33,9% afferma di avere difficoltà a entrare in connessione con gli altri; una media che sale nelle donne tra i 35 e i 44 anni, con il 41% che preferisce relazioni sociali mediate da smartphone e strumenti digitali. Sono i dati della ricerca 'Italiani in connessione', realizzata da AstraRicerche e promossa da Ipsen in occasione dell'inaugurazione della sua nuova sede a Milano, al centro delle connessioni urbane e sociali del capoluogo lombardo. La ricerca ha analizzato l'indice di connessione degli italiani – dalla famiglia, al lavoro, alla salute – rilevando l'impatto dei legami umani e sociali sul benessere e nei diversi ambiti della vita. I dati sono stati presentati durante l'evento 'Connessioni. The Life Show' che ha coinvolto istituzioni, comunità scientifica e dei pazienti, e media. L'incontro è stato anche l'occasione per presentare la comunione di intenti tra Regione Lombardia e Ipsen sul tema della sostenibilità, con l'avvio, oggi, del primo appuntamento dei Talk della Sostenibilità sociale, promossi dalla Fondazione della Sostenibilità sociale, che accompagneranno l'azienda e i propri ospiti nei prossimi mesi. "Progresso tecnologico, patrimonio informativo e culturale digitale rappresentano un'opportunità di crescita economica e sociale – commenta Marco Alparone, vicepresidente e assessore al Bilancio e Finanza della Regione Lombardia – Il sistema lombardo punta sulle leve della 'connessione' tra filiere creando un ecosistema fortemente interoperabile e necessariamente integrato. Sostenere la ricerca attraverso la centralità del dato, insieme alla tutela della privacy e sicurezza dell'individuo, è la nostra sfida per garantire un processo di sviluppo innovativo, sostenibile e sicuro". Aggiunge Emanuele Monti, presidente Commissione IX Sostenibilità sociale, Casa e Famiglia, Regione Lombardia: "Per affrontare la complessità del presente è fondamentale attivare connessioni solide tra istituzioni, imprese e Terzo settore, orientate a inclusione sociale, welfare e pari opportunità. Parlare di sostenibilità sociale significa occuparsi concretamente delle persone, a partire dall'ascolto dei territori. Regione Lombardia ha scelto di dare forma a questa visione, con l'obiettivo di costruire politiche più inclusive e vicine ai cittadini, capaci di rispondere in modo concreto ai bisogni emergenti". "Oggi si celebra non solo l'apertura di una nuova sede per Ipsen, ma anche l'avvio di un percorso condiviso verso una visione più umana della sostenibilità – afferma Adele Patrini, presidente della Fondazione della Sostenibilità sociale e di Caos Varese – In un tempo in cui le connessioni sono spesso solo digitali, serve costruire legami veri, capaci di generare valore sociale. La sostenibilità sociale è una dimensione ancora poco esplorata, ma fondamentale per accompagnare le persone – soprattutto chi vive la malattia – con ascolto, dignità e prossimità. E' da queste connessioni che può nascere una società più equa, capace di includere e di prendersi cura". "In una grande realtà urbana come quella milanese, i bisogni sociali delle persone sono sempre più complessi – osserva Lamberto Bertolé, assessore al Welfare e Salute del Comune di Milano – Per costruire risposte efficaci e accessibili a tutte e tutti è necessario costruire un welfare di prossimità, rafforzando l'alleanza tra tutti gli attori che lavorano sul territorio. Innovare le politiche in questo settore significa superare la logica secondo cui la spesa sociale rappresenta un costo, facendo valere il principio secondo cui diventa un investimento nel benessere di cittadini e cittadine". Nel binomio innovazione e sostenibilità – è stato sottolineato – gioca un ruolo chiave lo sviluppo tecnologico e digitale, che apre a nuove opportunità di connessione, ma che richiede il superamento in Italia e in Europa di normative disomogenee e limiti organizzativi. "L'Europa – evidenzia l'europarlamentare Brando Benifei, relatore del Regolamento europeo sull'intelligenza artificiale (Ai Act) – si trova di fronte all'urgenza di intervenire per accogliere la rivoluzione tecnologica con regole chiare e uniformi, che da un lato garantiscano eticità, trasparenza e tutela dei diritti, e dall'altro rendano l'Europa attrattiva e competitiva nello scenario globale. L'Ai Act agisce in questa direzione, ma molto resta ancora da fare sia a livello comunitario sia negli Stati membri, per consolidare il ruolo dell'Europa come polo attrattivo di innovazione tecnologica". Le connessioni tecnologiche sono emerse come centrali nell'evoluzione del Servizio sanitario nazionale, in un'ottica di territorialità, prossimità e miglioramento dei percorsi di presa in carico. In una prospettiva più allargata, i dati della ricerca evidenziano l'impatto significativo della tecnologia sui modelli di lavoro degli italiani: il 48,2% degli intervistati interagisce con i colleghi virtualmente. Le connessioni impattano anche sulla soddisfazione professionale, che sale da una media di 5,84 per chi lavora 'debolmente in gruppo' a 8,16 per chi è fortemente connesso a un gruppo di lavoro. Lavorare in gruppo rende più efficaci (media 6,83 vs 8,45) e più efficienti (media 6,74 vs 8,38). Non solo, anche l'equilibrio vita-lavoro passa da una media di 5,49 a un ottimo livello di 8,08 per chi vive forti connessioni professionali. Se intervistati sulla qualità delle loro connessioni con gli altri, solo poco più della metà degli italiani (57,6%) afferma di condividere con frequenza pensieri importanti ed emozioni. Eppure, i dati mostrano che avere rapporti sociali intensi e positivi rafforza la salute fisica, con una media che passa da 6,58 per chi vive un basso livello di connessioni sociali a 8,08 per chi ne ha forti. Per più di 2 italiani su 3 lo stare con gli altri influenza il benessere mentale ed emotivo (69,2%), riduce lo stress (68%) e aiuta a superare momenti difficili relativi alla salute o al benessere (66,5%). "Come azienda impegnata nello sviluppo di soluzioni terapeutiche in ambiti dove permangono elevati bisogni medici insoddisfatti – dichiara Patrizia Olivari, presidente e amministratore delegato di Ipsen Italia – siamo convinti che l'innovazione debba andare oltre la ricerca e sviluppo di terapie efficaci per abbracciare, in una prospettiva più ampia, i bisogni delle persone, a partire da quelli di coloro che lavorano in Ipsen. L'ingresso nella nostra nuova sede rappresenta una delle nostre risposte a questi bisogni e un passo avanti verso nuovi modelli innovativi di lavoro, di collaborazione, di crescita comune". —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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