Iran, Meloni sente leader stranieri: “Rapida ripresa negoziati”. Crosetto: “Forte preoccupazione”
(Adnkronos) – La premier Giorgia Meloni, a quanto si apprende, ha chiamato il capo dello Stato Sergio Mattarella per fare il punto della situazione in Medio Oriente. La telefonata del presidente del Consiglio ci sarebbe stata alla luce della call di governo con i ministri competenti sull'Iran e il giro di contatti con i leader europei e della penisola arabica. Una riunione d'urgenza sull'attacco Usa all'Iran si è tenuta oggi, domenica 22 giugno, tra la premier, i ministri competenti e i vertici dell’intelligence. "A seguito della riunione di governo convocata d’urgenza questa mattina alla luce dell’aggravarsi della crisi in Medio Oriente, il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha tenuto nel corso della giornata numerosi contatti con alcuni partner internazionali e con i principali attori della regione", si legge in una nota di Palazzo Chigi. "In particolare, il Presidente Meloni ha avuto uno scambio di vedute con il Presidente di turno del G7, il Primo Ministro canadese Mark Carney, con il Cancelliere tedesco Friedrich Merz, con il Presidente francese Emmanuel Macron e con il Primo Ministro del Regno Unito Keir Starmer. In ambito regionale, il Presidente del Consiglio si è sentita con il Principe Ereditario e Primo Ministro saudita Mohammad bin Salman Al Saud, il Presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed Al Nahyan e l’Emiro del Qatar, Tamim bin Hamad al-Thani". "Con tutti gli interlocutori è stata condivisa e data massima rilevanza alla necessità di lavorare per una rapida ripresa dei negoziati tra le parti, al fine di evitare un ulteriore allargamento del conflitto e di giungere a una soluzione politica della crisi". Consultazioni ci sono state anche tra governo e opposizione. "C’è stato un lungo contatto telefonico fra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e la segretaria del Partito democratico Elly Schlein a seguito degli attacchi degli Usa all’Iran", fanno sapere fonti del Nazareno. Al Viminale si è concluso il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, con la partecipazione delle Forze dell’ordine, delle agenzie di intelligence e delle strutture preposte alla cybersicurezza. L’incontro è stato preceduto, in mattinata, da una riunione del Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo (Casa), organismo tecnico, cui hanno partecipato gli esperti delle forze di polizia e delle agenzie di intelligence. Durante la riunione sono stati presentati gli esiti delle recenti attività investigative e definite le nuove direttrici operative per far fronte ai potenziali impatti sulla sicurezza nazionale derivanti dalla crisi in Medio Oriente e dal deterioramento del quadro geopolitico internazionale. Al termine del Comitato nazionale, su impulso del ministro Piantedosi, sono state potenziate le attività di prevenzione e analisi dei rischi per la sicurezza interna, con particolare attenzione alle misure di contrasto al terrorismo. Massima allerta sugli obiettivi ritenuti sensibili: attualmente, in Italia, sono oltre 29.000 i siti sottoposti a vigilanza, tra cui oltre 10mila infrastrutture critiche. Tra questi, circa un migliaio riguardano interessi statunitensi e israeliani. "I raid aerei condotti nella notte dagli Stati Uniti contro tre siti iraniani di arricchimento dell’uranio, localizzati nei pressi di Natanz, Arak e Fordow, rappresentano un cambiamento radicale dello scenario strategico in Medio Oriente. Si apre una crisi molto più ampia, la cui evoluzione desta forte preoccupazione – afferma in una nota il ministro della Difesa, Guido Crosetto – È ragionevole attendersi, da parte dell’Iran, una risposta molto più forte, che potrebbe non limitarsi al solo teatro regionale e coinvolgere obiettivi americani e interessi occidentali in aree sensibili del globo". "L’attacco non ci ha colti di sorpresa. Già dalla serata di ieri monitoravamo con estrema attenzione i movimenti nell’area, a seguito di spostamenti aerei americani che avevano fatto emergere la ragionevole certezza che fosse imminente un’azione militare. Quella previsione si è avverata durante la notte, con un’operazione mirata su obiettivi nucleari strategici – spiega il ministro – Il sito di Fordow, in particolare, era chiaramente al centro dell’attenzione: si tratta del nodo più sensibile del programma nucleare iraniano, protetto da oltre 90 metri di roccia. La sua distruzione richiede capacità militari di penetrazione sotterranea che solo i bombardieri strategici americani possiedono, motivo per cui sono stati impiegati nell’azione". "Tutto dipende da quello che farà l'Iran", ha affermato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ragionando sul conflitto in corso e le prospettive di una de-escalation in un intervento all'edizione straordinaria del Tg1. "L'altro ieri ho parlato a lungo con il ministro degli Esteri iraniano chiedendo di parlare direttamente con gli Stati Uniti per trovare un accordo", ha aggiunto, e "ieri la nostra ambasciatrice a Teheran era andata al ministero degli Esteri per ribadire le nostre sollecitazioni per favorire ripresa del dialogo. Noi – ha quindi annunciato – eravamo pronti ad accogliere a Roma una riunione tra americani e iraniani diretta senza intermediazione". "Vediamo se dopo l'attacco di questa notte" gli iraniani "cambieranno idea", ha continuato il ministro. "Siamo con tutte le nostre forze al lavoro per favorire una de-escalation, una soluzione diplomatica di questa vicenda. Speriamo che l'Iran accetti di sedersi a un tavolo dopo un'azione che punta a impedire la creazione della bomba atomica, che rappresenterebbe come detto anche dal G7 un pericolo per tutta l'area mediorientale. Speriamo comprendano che questo è il momento giusto per sedere a un tavolo negoziale e chiudere una guerra che non deve provocare una escalation nell'area". "Il Governo italiano dica con chiarezza che non parteciperà ad azioni militari né consentirà che il nostro territorio possa essere utilizzato per fornire sostegno a una guerra che la comunità internazionale deve provare a fermare prima che sia troppo tardi, e si impegni per la de-escalation e per far tornare tutti gli attori coinvolti al tavolo negoziale, anche per difendere il Trattato di non proliferazione nucleare. L’Italia ripudia la guerra e vuole la pace". Così la segretaria del Pd, Elly Schlein. "Trump diceva che avrebbe portato la pace e messo fine ai conflitti, e invece lancia le bombe in Iran e infiamma il mondo, aprendo la strada a una pericolosa escalation globale", afferma Schlein. "Facciamo nostre le parole del segretario generale delle Nazioni Unite Guterres contro l’uso della forza, per il rispetto del diritto internazionale e per il ritorno immediato alla via negoziale – afferma la leader dem – . Esprimiamo grave preoccupazione per questo attacco di Trump, che si fa trascinare in guerra da Netanyahu e agisce senza il coinvolgimento del Congresso come invece impone la Costituzione americana". "L'attacco negli Stati Uniti in Iran segna una pericolosissima escalation. Io credo che sia un atto grave e pericoloso perché chiaramente riapre la finestra su un conflitto dagli esiti incalcolabili con ripercussioni, tensioni, insicurezze non solo nel quadrante medio-orettale, ma anche addirittura in Europa e nel mondo". Lo dice il leader M5S, Giuseppe Conte, intervenendo allo speciale Tg3 sull'Iran. "E quello che colpisce di questa iniziativa è che Trump a questo punto segue Netanyahu e fa proprio la dottrina di Netanyahu, che dichiara esplicitamente che la pace va perseguita attraverso la forza. È una posizione completamente diversa da quello che era l'impegno preso verso gli elettori americani, dove aveva assicurato che avrebbe cercato con sforzi diplomatici, negoziali, di porre fine a conflitti, a crisi e cercare quindi delle soluzioni pacifiche". —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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