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Tari: non sempre i furbetti sono i cittadini

Chi sono davvero i “furbetti”?

Nel dibattito pubblico, il cittadino che non paga la TARI – la tassa dei rifiuti – viene spesso etichettato come “furbo”, responsabile dell’omesso pagamento. Tuttavia, analizzando la normativa e le sentenze recenti, emerge una realtà più complessa: non sempre il mancato pagamento è colpa del cittadino.


Il nodo delle notifiche: quando gli avvisi della Tari non arrivano

  • La TARI è un tributo in autoliquidazione, per cui il pagamento è dovuto a prescindere dall’avviso ricevuto.
  • Tuttavia, l’avviso di accertamento deve essere notificato entro 5 anni per essere valido.
  • Se questa comunicazione preventiva manca o non è ricevuta dal cittadino, la successiva cartella di pagamento può essere annullata. Diverse sentenze recenti hanno riconosciuto l’illegittimità delle cartelle in assenza di una notifica correttamente documentata.

I comuni in difetto (e lo Stato che osserva)

  • La legge prevede che l’avviso di accertamento possa essere notificato tramite raccomandata A/R, anche attraverso Poste Italiane o corrieri privati.
  • Tuttavia, la prova della ricezione – ovvero l’avviso di giacenza o la ricevuta – spetta all’ente: senza documenti certi, l’atto non regge.
  • Spesso le notifiche restano in giacenza o vengono recapitate dopo anni, senza che il Comune ne verifichi la ricezione, mentre cominciano a correre sanzioni e interessi a carico del contribuente.

Quando i Comuni hanno interesse a mantenere alta la TARI

  1. Coprire i costi di raccolta e smaltimento.
  2. Trasformare la TARI in una fonte stabile di bilancio, con entrate automatiche.
  3. Con poca trasparenza, si contano incassi senza controllare la correttezza delle procedure di notifica.

In molti casi, insomma, il guadagno comune passa sopra l’adempimento formale.


La tutela del cittadino: diritti e strumenti

  • Prescrizione: l’avviso deve arrivare entro 5 anni; una cartella emessa oltre questo termine è illegittima.
  • Nullità della cartella: senza prova della notifica dell’avviso, la cartella può essere annullata in sede tributaria.
  • Ravvedimento operoso: se il cittadino si accorge in anticipo del debito, può regolare la posizione con sanzioni ridotte.

Spesso i “furbetti” della TARI non sono i cittadini, ma Comuni che trascurano le regole, uffici postali che non consegnano, o procedure non trasparenti che favoriscono il gettito più che il corretto funzionamento.

Cittadini: conservate ricevute, controllate le notifiche, e difendetevi in caso di cartelle carenti.

Comuni: eventuali entrate non giustificano disorganizzazione; serve trasparenza, tracciabilità e responsabilità amministrativa.

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