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Referendum, il sociologo Roma: “No quorum? oggi si vota con i like, surrogato di elezioni”

(Adnkronos) – Niente quorum per i referendum su lavoro e cittadinanza. Le cause? Adnkronos/Labitalia lo ha chiesto al sociologo Giuseppe Roma, secondo il quale sono tre i fattori che hanno contributo al mancato raggiungimento del 50 più uno dei votanti per i quesiti.  "Oggi viviamo in un'epoca -spiega Roma- in cui l'espressione della partecipazione è più ampia rispetto al passato, quando si esprimeva appunto con il voto alle elezioni. Oggi ognuno si può esprimere ogni giorno sui social, valgono i like, e ci sono tante forme di voto, adesso, improprie e preoccupanti per la mia generazione, che diventano una specie di surrogato delle elezioni".  Per Roma, quindi, "il primo fattore che emerge a mio parere è una componente di disaffezione dovuta al sentimento che alla fine il voto non conti, e su questo bisogna riflettere". "Però allo stesso tempo questa riduzione dei votanti è legata al fatto che oggi ci si può esprimere ogni giorno, con canali impropri però rispetto al voto, che per una certa generazione ha una sua sacralità", sottolinea.  Ma non è stata solo la disaffezione al voto a pesare secondo Roma. "Il referendum già di per sé -spiega- è uno strumento, diciamo, un po' anomalo, nel senso che va bene sulle grandi questioni, divorzio, aborto, in cui il tema era chiaro: si introducevano delle cose nuove o si volevano togliere delle innovazioni. E' un po' più complicato, secondo me, pensare che i problemi del lavoro oggi si risolvono attraverso un referendum. E poi si ha anche la percezione nel cittadino che si rischia il pasticcio, perché tu stai eliminando dei pezzi di legge. Secondo me, l'unico veramente chiaro era quello sulla cittadinanza, perché la tornavi alla legge precedente, era semplice. Tutto il resto, secondo me, ha anche un'ambiguità, perché oggi questo tipo di referendum può anche dare la sensazione, diciamo così, di dare più tutele a chi già ha un lavoro, o comunque che ha un lavoro anche contrattualizzato in maniera positiva", sottolinea.  E infine il 'ricercare' lo strumento del referendum, da parte del sindacato, si è rivelato non vincente, secondo Roma. "Il cittadino si chiede: ma il sindacato non dovrebbe ottenere questi risultati sui temi del lavoro -conclude- attraverso l'azione sindacale, attraverso le relazioni industriali, facendo sciopero, facendo mobilitazione, aggregando le persone? E quindi uno strumento come il referendum sui temi del lavoro può avere convinto gli iscritti del sindacato, ma poi sugli altri passa il messaggio 'io da solo non ce la faccio'. Secondo me, aver voluto fare un referendum su questi temi è stato un po' un segno di debolezza del sindacato".   —lavoro/normewebinfo@adnkronos.com (Web Info)


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