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Roland Garros, semifinale ad alta tensione: Sinner sfiderà Djokovic anche per fare giustizia

Novak Djokovic ha dominato Zverev in quattro set (4‑6, 7‑6, 6‑3, 6‑4) nel turno dei quarti, consegnandosi la semifinale del Roland Garros. Ma ora l’avversario che lo attende porta con sé ben più del rispetto sportivo: Jannik Sinner arriva con la voglia di spaccare il campo – e di squarciare la neutralità arrogante del campione serbo.

Perché le dichiarazioni di Djokovic nel periodo della sospensione da tre mesi di Sinner non possono più essere ignorate. Il serbo li ha bollati come un segnale di favoritismo, insinuando che nei processi antidoping i campioni di primo piano usufruiscano di “legali di alto livello” per ottenere sentenze miti. Le sue frasi – pronunciate al Qatar Open – sono chiare:

“Gran parte dei giocatori… non ritiene che sia giusto. Gran parte dei giocatori percepisce favoritismi in atto. … Sembra quasi che si possa influenzare l’esito se sei un top player e hai accesso ai migliori avvocati.”

“Sinner… pagherà una squalifica di tre mesi per alcuni errori e negligenze di membri del suo team… è qualcosa che io personalmente, e molti altri giocatori, troviamo piuttosto strano.”

Djokovic non ha solo espresso dubbi: ha messo in dubbio la legittimità della preparazione di Sinner. Ha insinuato che dietro i suoi risultati ci fosse un privilegio extra-campo.

Ebbene, quei colpi non entreranno nel tabellone. L’arena ora è la partita – e Sinner lo sa. Sul Court Philippe-Chatrier, la sua racchetta sarà la sua voce più potente: un dritto carico di rabbia. Tre mesi di silenzio e dedizione, lontano dai riflettori, preparandosi per il momento perfetto.

Roland Garros: domani la semifinale

Certo, Djokovic porta con sé la supremazia: esperienza, Slam, status. Ma Sinner ha qualcosa che vale ancora di più in queste circostanze: la determinazione di chi vuole una rivincita. Sul campo, non nelle stanze dei bottoni. Quella in programma domani sarà una semifinale feroce, un confronto tra l’arroganza di chi giudica dall’alto e la dignità di chi, accusato, ha risposto solo con risultati. Sinner non chiede perdono, chiede giustizia. E per ora, quella giustizia la può ottenere punto dopo punto.

Prepariamoci ad un match che va oltre il punteggio. È una resa dei conti scritta con corde, racchette, e orgoglio. E soltanto uno dei due lascerà Parigi con la coscienza – e la soddisfazione – pulita.

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