Pontinia: ex Miralanza, dopo la denuncia scatta l’appello contro il biogas
Lo stabilimento di Ex Miralanza di Pontinia torna ad essere al centro dell’attenzione a circa una settimana dalla denuncia del sindaco Eligio Tombillo che ha presentato un esposto formale al Luogotenente Maresciallo Stefano De Rinaldis, comandante della Stazione dei Carabinieri di Pontinia, a causa della presenza di rifiuti sospetti interrati nei pressi dell’area individuata per la realizzazione di un impianto a biogas.
Ed è proprio su tale installazione che oggi l’associazione “Tesori del Circeo” ha lanciato un appello al Comune affinché non vengano avviati i lavori.
L’appello contro il biogas all’ex Miralanza di Pontinia
Francesca Capponi, presidente dell’associazione “Tesori del Circeo” ha denunciato il possibile intervento sullo stabilimento dell’ex Miralanza di Pontinia che dovrebbe trasformarsi in un impianto biogas. L’appello lanciato dalla presidente affonda le radici nel 2006, quando vennero ritrovati fusti di carburante, xilene, residui potenzialmente letali stoccati all’interno dei capannoni in stato di abbandono.
Capponi denuncia il fatto che per anni la cittadinanza è stata abbandonata, costretta a convivere con un deposito chimico in decomposizione e proprio negli ultimi tempi, dopo decenni in cui il silenzio ha avuto la meglio, è arrivata la proposta di una “riqualificazione”.
“Perché questa improvvisa fretta di ‘riqualificare’? Cosa è stato incenerito in quei capannoni? Quali tossine hanno avvelenato la nostra aria?”. È la domanda che viene posta al Comune oltre ad un intervento immediato: “Il sindaco di Pontinia ha, secondo noi, un imperativo categorico: emettere immediatamente un’ordinanza ai sensi degli articoli 50 e 54 del D.Lgs. 267/2000 per bloccare con fermezza qualsiasi velleità di trasformare quell’area in un impianto a biogas”.
Possibili scenari
Cosa potrebbe succedere se venisse ufficializzata la presenza dei rifiuti interrati? In primo luogo, il cantiere dovrebbe essere immediatamente bloccato. In seguito, sarebbe necessario analizzare diversi fattori come lo stato del suolo, valutare la pericolosità e la natura dei materiali rinvenuti.
Se la zona risulterà contaminata, bisognerà proseguire con una bonifica ambientale, che comporta la rimozione dei rifiuti, il loro smaltimento secondo normativa e successivamente la messa in sicurezza del sito.
Infine, la presenza di tali materiali implicherebbe la revisione o in caso una revoca dell’autorizzazione alla realizzazione dell’impianto a biogas, qualora non fosse più garantita la sicurezza ambientale o se il sito non risultasse idoneo a ospitare questo tipo di infrastruttura energetica.
A cura di Beatrice Manocchio
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