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Aprilia: il coro San Pietro in Formis risponde alla chiamata di Riccardo Muti (foto)

Dopo aver aperto la rassegna “La Terra Pontina In…canto”, il Coro San Pietro in Formis di Aprilia, diretto dal M°Sonia Sette, ha vissuto un’esperienza straordinaria: l’incontro con il M° Riccardo Muti al Ravenna Festival 2025.

L’iniziativa, intitolata “Cantare amantis est” – “Cantare è proprio di chi ama”, espressione di Sant’Agostino – ha radunato oltre 3.000 coristi da tutta Italia al Pala De André di Ravenna, creando un immenso coro nazionale. Una chiamata alla bellezza e all’unione, accolta con entusiasmo da professionisti e appassionati di ogni età.

Sotto la guida del Maestro Muti, i partecipanti hanno vissuto due giornate intense di Masterclass corale, lavorando su brani simbolici di Giuseppe Verdi: il “Coro di profughi scozzesi” dal Macbeth, il “Coro della processione” da I Lombardi alla prima crociata, e l’immortale “Va, pensiero” dal Nabucco.

 Ogni nota, ogni parola è stata sviscerata, valorizzata e restituita con passione, grazie alla guida sensibile e meticolosa di Muti.

“Il coro – diceva Verdi – è un insieme di individui. Il compito del direttore non è cancellarli, ma armonizzarli”, ha spiegato il Maestro, tra applausi sinceri e volti emozionati.

Il Coro San Pietro in Formis del M°Sonia Sette è stato l’unico gruppo corale a rappresentare la provincia di Latina, portando con fierezza il proprio contributo musicale e umano. La partecipazione si inserisce nel progetto delle Vie dell’Amicizia e dei Ponti di fratellanza, voluto da Muti come messaggio universale di pace: un canto corale contro la guerra, la distruzione, l’odio.

Con un totale di 3116 voci, Ravenna è diventata il cuore pulsante di un messaggio corale rivolto a un’umanità ferita, ma ancora capace di sperare. Un invito, come sottolinea Muti, “a scegliere l’armonia, la cultura, il bene comune”, proprio in un mondo lacerato da guerre, terremoti e ingiustizie.

La conclusione, degna della festa del 2 giugno, è stata affidata all’Inno d’Italia, anch’esso eseguito con precisione e sentimento, sotto l’attenta supervisione musicale del Maestro, che ha scherzato perfino sull’assenza del “Si” finale nel testo ufficiale.

Un’esperienza che resterà impressa nei cuori dei partecipanti e del pubblico. Un Muti simpatico, ironico, canzonatorio, brillante ma sempre rigoroso, che ha dato vita a un momento storico. Come ha gridato qualcuno del pubblico: “Riccardo Muti è patrimonio dell’umanità”.

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