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Roma: violenta protesta detenuti in carcere a Rebibbia, devastato piano di una sezione

Ieri nel carcere di Rebibbia, a Roma, è avvenuta una violenta protesta di un gruppo di detenuti. A ricostruire l’accaduto è il segretario per il Lazio del sindacato autonomo di polizia penitenziaria Sappe, Maurizio Somma: “Ieri pomeriggio, nella Casa circondariale Nuovo complesso, è stato distrutto un piano del reparto G11. Ci sono state risse tra stranieri, sono stati chiamati in servizio personale libero dal servizio e persino personale che in mattinata aveva partecipato alla parata militare per fronteggiare il trasferimento di detenuti presso altri istituti – prosegue Somma -. I poliziotti di servizio nel carcere, dopo una longa opera di mediazione, hanno contenuto la folle protesta e riportati la situazione alla normalità”. Per il primo sindacato del corpo, si tratta di “eventi comunque già ampiamente preannunciati dal Sappe a testimoniare la tensione che si vive nel carcere. Chiediamo un sopralluogo tecnico da parte del Prap e una visita ispettiva da parte dell’Asl per valutarne l’idoneità sotto il profilo dell’igiene e della sicurezza dei luoghi di lavoro”. Somma rappresenta anche che il personale di polizia penitenziaria, che legittimamente partecipa ad interpelli per essere assegnato in altre sedi di servizio, non venga poi tempestivamente sostituito, accentuando la carenza di organico: “Esprimiamo – conclude – la massima solidarietà e vicinanza a tutti i colleghi della Casa circondariale Nuovo complesso di Roma Rebibbia, ma questi ultimi episodi devono necessariamente far riflettere i vertici dell’istituto e della Regione. Ci vuole una completa inversione di rotta nella gestione delle carceri regionali, siamo in balia di questi facinorosi, convinti di essere in un albergo dove possono fare quel che non vogliono e non in un carcere! Facciamo appello anche alle autorità politiche regionali e locali: in carcere non ci sono solo detenuti, ma ci operano umili servitori dello Stato che attualmente si sentono abbandonati dalle istituzioni”.

Il segretario generale del Sappe Donato Capece, rinnova al Dap la richiesta di potenziamento degli organici della polizia penitenziaria dei reparti regionali ma anche la dotazione, per il personale del corpo, di strumenti di tutela e garanzia non letali come i flash ball e i bola wrap – prosegue la nota -: il primo è un fucile che spara proiettili di gomma, già in dotazione alla polizia penitenziaria francese, mentre la seconda è un arma di difesa che spara lacci bloccante le gambe dei riottosi, anch’essa già in uso ad alcune polizie locali di alcune città italiane. Capece evidenzia il ruolo centrale dei baschi azzurri nel sistema sicurezza del Paese: “Il corpo di polizia penitenziaria ha dimostrato e dimostra, ogni giorno, non soltanto di costituire un grande baluardo in difesa della società contro la criminalità in termini preventivi, ma anche di avere in sé tutti i numeri, le capacità, le risorse, gli strumenti per impegnarsi ancora di più nella lotta contro la criminalità, per impegnarsi non soltanto dentro il carcere, ma anche fuori del carcere”, anche in relazione all’ampio settore dell’area penale. “Non lasciate soli le donne e gli uomini della polizia penitenziaria”, conclude Capece: “Servono regole ferree per ristabilire ordine e sicurezza nelle carceri, attuando davvero quella tolleranza zero verso i detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta! Qui serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci”.

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