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Cassino: appalti truccati, camorra e rifiuti, la DDA chiede l’arresto per i Ciummo e altri 16, la Super Eco nel mirino

Cassino: una rete oscura intrecciata tra imprenditori, politici, dirigenti pubblici e clan mafiosi. È il quadro allarmante emerso dall’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, che ha chiesto l’arresto di Carlo e Vittorio Ciummo, vertici della Super Eco srl di Cassino, insieme ad altre 16 persone. L’indagine, coordinata dai PM Maurizio Giordano e Vincenzo Ranieri, ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di 34 soggetti, accusati di aver manipolato appalti pubblici in cambio del supporto della criminalità organizzata.

Clan, imprenditori e appalti pilotati: un sistema criminale radicato

Secondo l’accusa, i reati contestati vanno dalla turbativa d’asta al riciclaggio, fino alla partecipazione e concorso esterno in associazione mafiosa. Il fulcro dell’indagine è il ruolo di Nicola Ferraro, ex politico dell’Udeur e imprenditore, già condannato per camorra, che avrebbe agito da intermediario tra imprese e clan – in particolare i Casalesi, gli Alfieri e i Nuvoletta – pilotando gare d’appalto nel settore della raccolta rifiuti e della disinfestazione sanitaria.

Tra i presunti beneficiari delle sue “interferenze”, anche la Super Eco srl, attiva in numerosi Comuni tra Lazio e Campania, e amministrata dai Ciummo, già coinvolti in precedenti scandali giudiziari legati al mondo degli appalti pubblici.

Cassino Super Eco: milioni di euro in appalti, da Frosinone a Ischia

La Super Eco ha ottenuto appalti milionari in diverse zone del centro-sud:

  • Terracina: oltre 92 milioni per la gestione rifiuti
  • Frosinone: appalto da 39,5 milioni
  • Ventotene: affidamento diretto per 139mila euro
  • Ischia e Forio: gestione rifiuti ancora attiva

L’azienda, fondata nel 2015, ha assorbito il ramo d’azienda della Ego Eco, coinvolta già nel 2008 in una maxi inchiesta per truffe e frodi su appalti a Minturno. Il socio unico della Super Eco è Carlo Ciummo, mentre il padre Vittorio, condannato in passato, compare ancora tra gli indagati di questa nuova inchiesta antimafia.

Politici, medici, sindaci: la lunga lista di indagati

Tra gli altri indagati figurano nomi legati al mondo politico e istituzionale:

  • Luigi Bosco, ex consigliere regionale
  • Antonio Moraca, commercialista “factotum” di Ferraro
  • Domenico Romano, presunto collegamento con clan camorristici
  • Angelo Ciampi, ex sindaco di San Giorgio del Sannio
  • Giuseppe Guida, attuale sindaco di Arienzo

In totale, per 18 persone è stata chiesta la custodia cautelare, per 9 gli arresti domiciliari, per altri 6 misure interdittive o divieti. Solo uno degli indagati non è destinatario di alcuna misura.

Gli effetti attesi: appalti a rischio e Comune sotto pressione

A causa della riforma Nordio, gli arresti potranno essere eseguiti solo dopo gli interrogatori di garanzia. Ma le ricadute dell’inchiesta sono già potenzialmente dirompenti: la Super Eco potrebbe finire in amministrazione giudiziaria, e i Comuni serviti dall’azienda potrebbero decidere di revocare gli appalti in autotutela.

La raccolta differenziata nelle mani sbagliate?

Questa inchiesta ci impone una riflessione profonda: chi gestisce davvero il ciclo dei rifiuti nel nostro Paese? Il servizio che dovrebbe essere il simbolo della sostenibilità e dell’efficienza pubblica, in molti casi appare inquinato da interessi mafiosi, corruzione e collusioni con le istituzioni. La raccolta differenziata, motore delle politiche ambientali moderne, rischia così di trasformarsi in un campo fertile per la criminalità organizzata. E allora la domanda è: in mano a chi stiamo affidando il futuro ambientale delle nostre città?

A QUESTO LINK LA RICHIESTA DELLLA DDA DI NAPOLI

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