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Il PD si contraddice sui rifiuti: a Roma spinge per il termovalorizzatore, altrove lo boccia

Il Partito Democratico (PD) si trova al centro di un acceso dibattito interno riguardante la realizzazione del termovalorizzatore di Santa Palomba, a Roma. Mentre la dirigenza nazionale tende ad assumere una posizione critica nei confronti dei termovalorizzatori su scala nazionale, il PD romano e il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, sostengono con determinazione il progetto. Questo contrasto ha portato a una vera e propria spaccatura, con forti tensioni tra le varie anime del partito, specialmente nei territori direttamente coinvolti.

Il Caso di Santa Palomba: una scelta controversa

Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha promosso la realizzazione del termovalorizzatore di Santa Palomba come risposta necessaria all’annosa crisi dei rifiuti della capitale. Tuttavia, è importante chiarire che la costruzione dell’impianto non è ancora iniziata. Il 7 maggio 2025, Roma Capitale ha ufficializzato l’affidamento della realizzazione del termovalorizzatore a un raggruppamento di imprese guidato da Acea Ambiente, con la firma del contratto di concessione con la società RenewRome, che gestirà l’impianto per 33 anni. L’avvio effettivo dei cantieri è previsto entro l’estate, subordinato al Procedimento Autorizzatorio Unico Regionale (PAUR), che coinvolge Regione Lazio e altri enti competenti.

Il progetto prevede un impianto capace di trattare 600.000 tonnellate annue di rifiuti indifferenziati e non riciclabili. Tuttavia, secondo molti critici, si tratta di una soluzione obsoleta e contraria ai principi moderni dell’economia circolare. Oggi la sfida è ridurre, riusare e riciclare, non bruciare. Il termovalorizzatore rappresenta un modello di gestione dei rifiuti superato, che rischia di bloccare lo sviluppo di filiere virtuose e sostenibili.

Nel frattempo, Roma continua a esportare i propri rifiuti in altre regioni italiane e all’estero. Alcuni carichi finiscono in impianti in Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, in Abruzzo ma anche in Austria e Germania, con costi altissimi per i contribuenti romani. La gestione attuale pesa in modo insostenibile sulle casse pubbliche, ma secondo molti esperti la costruzione del termovalorizzatore non rappresenterebbe un’effettiva soluzione strutturale, quanto piuttosto un modo per procrastinare il passaggio a un sistema realmente moderno ed efficiente.

Inoltre, i poteri commissariali straordinari conferiti a Gualtieri per affrontare l’emergenza rifiuti erano motivati dall’urgenza di preparare la città al Giubileo del 2025. Tuttavia, il termovalorizzatore sarà ultimato – secondo le stesse stime ufficiali – non prima del 2028, ben oltre la fine dell’evento. Questo solleva forti dubbi sull’effettiva necessità e tempistica dell’opera, e sull’utilizzo di poteri eccezionali per un progetto che non risolverà i problemi nell’immediato.

Opposizione dei Comuni limitrofi e del PD locale

Nonostante l’avanzamento formale del progetto, l’opposizione territoriale è molto forte. Il Comune di Pomezia, insieme a quelli di Ardea, Marino e Ariccia, ha presentato ricorso al TAR del Lazio contro Roma Capitale e il consorzio di imprese, evidenziando criticità ambientali e urbanistiche, oltre a presunti vizi procedurali.

Di particolare rilevanza è la posizione del Comune di Albano Laziale, governato dal PD, che ha espresso una netta contrarietà all’impianto. Il circolo locale del partito ha criticato le dichiarazioni dell’onorevole Claudio Mancini, che aveva bollato come “brutte” le manifestazioni di dissenso, sottolineando invece la legittimità e la fondatezza delle preoccupazioni dei cittadini. La frattura interna è emersa con forza, mostrando come, anche all’interno dello stesso partito, le sensibilità ambientali e le esigenze dei territori possano divergere dalle scelte operate a livello centrale.

Il ruolo della Regione Lazio

La Regione Lazio, attualmente amministrata da Francesco Rocca, ha dichiarato che non ostacolerà l’estensione dei poteri commissariali conferiti a Gualtieri, ma il suo parere nel processo del PAUR sarà determinante per l’avvio definitivo dei lavori. Eventuali valutazioni negative potrebbero rallentare o persino bloccare la realizzazione dell’impianto.

Le contraddizioni del PD: una strategia nazionale a due velocità

Ciò che rende particolarmente delicata la vicenda è la divergenza tra la linea del PD romano e quella del PD nazionale. In diverse regioni italiane, il partito ha assunto una posizione apertamente contraria ai termovalorizzatori:

  • Sicilia: il PD ha presentato ricorsi contro il piano regionale dei rifiuti del governo Schifani, criticando l’eccessiva dipendenza dagli inceneritori e chiedendo maggiori investimenti su raccolta differenziata e impianti di compostaggio.
  • Umbria: la presidente dem della Provincia di Perugia, Stefania Proietti, ha definito il nuovo inceneritore previsto dalla Regione un’opera inutile, dannosa per l’ambiente e dispendiosa.
  • Lombardia: il PD si è espresso contro la costruzione di nuovi impianti di incenerimento, proponendo invece politiche per il rafforzamento dell’economia circolare.
  • Piemonte: anche qui il partito ha mostrato forti perplessità sulla gestione dei rifiuti basata su inceneritori, promuovendo mozioni alternative nei consigli locali.

Questa discrepanza mette in luce una contraddizione sostanziale: mentre a livello nazionale il PD si dichiara fautore della transizione ecologica e dell’economia circolare, a Roma – dove governa – promuove un’opera costosa, divisiva e anacronistica. La vicenda del termovalorizzatore di Santa Palomba diventa così emblematica di una più ampia difficoltà del PD a mantenere una linea coerente su scala nazionale, soprattutto su temi complessi e sensibili come quello ambientale.

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