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Gestione delle scorie nucleari: il caso della provincia di Viterbo

Da anni la Tuscia è coinvolta in una tematica molto importante: il deposito di scorie nucleari. L’area del viterbese è stata ritenuta idonea da parte di Sogin e Mase ad accogliere ben 95.000 metri cubi, concentrati nella sola provincia di Viterbo (1% del territorio nazionale), in siti che non risultano però essere compatibili con la realizzazione di un Deposito Nazionale delle Scorie Nucleari.

Sono emerse molte criticità che, all’epoca non sono state valutate, e che oggi, rappresentano aspetti fondamentali da considerare. Negli ultimi tempi, in particolare, i comitati delle varie cittadine come Orte, Civita Castellana, Ronciglione, Canepina si sono mobilitati affinché vengano sospesi i lavori relativi al deposito, i quali rischiano di compromettere in modo significativo il territorio di Corchiano, una delle aree più a rischio. In questa zona, infatti, sono stati individuati tre siti, di cui due classificati come “particolarmente idonei”.

Ma cosa sono le scorie nucleari? Cerchiamo di fare chiarezza.

Scorie Nucleari: cosa sono

Le scorie nucleari, più comunemente chiamate rifiuti radioattivi, sono materiali che non hanno più un uso pratico e che emettono radiazioni. Esse provengono da centrali nucleari, ospedali, laboratori di ricerca e aree industriali. Possono essere a bassa, media e alta intensità e devono essere isolate in totale sicurezza, tutelando l’ambiente e la salute delle persone. Pertanto, sono necessarie strutture apposite che rispettino rigorosi criteri di stabilità, compatibilità ambientale e sicurezza.

La realizzazione di un deposito consente una maggiore tutela dell’ambiente, impedendo che le scorie vengano in contatto con acqua, suolo o aria, proteggendo, quindi, ecosistemi e falde acquifere nel lungo termine. Inoltre, fa sì che sia migliore la tracciabilità dei rifiuti radioattivi, con dati pubblici, monitoraggio costante e maggiore informazione ai cittadini. Infine, riduce il rischio per le generazioni future grazie ad una gestione responsabile e sicura.

Alla luce di tutto ciò, la Tuscia è idonea ad ospitare un’attività di questo tipo?

Tuscia, No alle scorie nucleari

Nel corso degli ultimi anni, i vari comitati del Viterbese hanno intrapreso un percorso con lo scopo di fare emergere le varie problematiche relative allo stoccaggio delle scorie nucleari nella Tuscia. Sono stati condotti diversi studi con il supporto di esperti e competenti tecnici e l’Ordine dei Medici. Da queste indagini è emerso che realizzare un deposito nelle aree della provincia di Viterbo comporterebbe numerosi rischi e criticità tra cui:

• una probabile e ingente contaminazione in un territorio di origine vulcanica, largamente abitato, che ha già un elevato grado di radioattività naturale, nonché le note problematiche sismiche;

• la sottovalutata presenza di aree naturali e di siti archeologici che costituiscono delle ricchezze uniche al mondo per la Tuscia;

• i distretti biologici viterbesi hanno come funzione importante la sostenibilità ambientale che include anche la qualità delle eccellenze enogastronomiche, apprezzate in tutto il mondo, e la qualità della vita di chi ci abita;

• le risorse abbondanti di falde acquifere primarie di superficie potrebbero costituire una contaminazione radioattiva ad alto rischio di sicurezza;

• un deposito di scorie a bassa e media intensità combinate con scorie ad alta pericolosità è un’idea inaccettabile ed è in contrasto con le norme vigenti.

 

Le parole del sindaco di Corchiano

Per contrastare l’iniziativa riguardante le Scorie nucleari, il comune di Corchiano ha organizzato una marcia di protesta che avrà luogo l’11 maggio 2025. “Sono tre anni che combattiamo questa scellerata scelta e quindi andiamo avanti fin quando non avremo riscontri, stiamo proseguendo perché ci sono motivi scientifici e reali – ha affermato il Primo Cittadino Gianfranco Piergentili – I cittadini di Corchiano sono motivati e convinti, da parte nostra abbiamo scritto e inviato anche una lettera dettagliata consegnata nelle case dei cittadini del pericolo che corriamo”.

“Tutta la Tuscia è sfavorevole e si sta mobilitando per contrastare tale avvenimento, la manifestazione che si terrà l’11 maggio sarà utile perché c’è una comunità combattiva e unita, pronto a fare sentire la propria voce e a proteggere il proprio futuro”. Ha concluso.

La risposta del Governo

Intanto, da parte del Governo è emersa la volontà di procedere verso soluzioni alternative per la gestione dei rifiuti radioattivi, come depositi specifici per materiali a bassa intensità. “Una decisione che rappresenta un cambio di passo significativo e che va nella direzione auspicata da tempo dalle amministrazioni locali”, si legge in una nota congiunta dei sindaci di Fratelli d’Italia della provincia di Viterbo.

A cura di Beatrice Manocchio

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