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Edilizia, Padula (Drees & Sommer): “Circolarità sia criterio già in fase di design”

(Adnkronos) – “Oggi, per raccontare la città del futuro, in parte già sviluppata, bisogna guardare anche alla circolarità di quello che si progetta e dunque a tematiche come il life cycle assessment , la separability, la demountability, il material health, il material sourcing e il material recovery. Queste devono essere misurabili e rendicontate, un processo che deve essere eseguito seguendo metriche scientifiche ed è quello che fa Epea. Come Drees & Sommer rappresentiamo Epea, che si occupa di economia circolare ed ha un approccio che viene dal basso, dalla filiera, e portare i materiali nel real estate è una scommessa non banale”. A dirlo Gianluca Padula Head of Sustainability di Drees & Sommer, al panel ‘Miniere urbane e cicli integrati: l’economia circolare entra nelle costruzioni’ dell’undicesima edizione di Rebuild, la due giorni in svolgimento al Centro Congressi Riva del Garda (TN) il 6 e 7 maggio e dedicata al futuro del comparto delle costruzioni, in cui sostenibilità e nuove tecnologie digitali saranno sempre più protagoniste. Centrale nell’edizione 2025 della manifestazione fieristica, intitolata “Connect minds, enable innovation – Condividere le intelligenze per abilitare l'innovazione”, il tema delle connessioni tra persone, competenze e tecnologie a 360°. “Circa vent’anni fa, nel 2007, il consumo di suolo a Milano era del 73% e, già allora, l’obiettivo era di ridurre il consumo di suolo e portare alla rigenerazione aree già costruite. In quel periodo le attività di economia circolare venivano già sviluppate e facevano parte della realtà edile a livello di sito costruttivo – spiega – operata quindi dagli operatori di demolizione. Tutto quello che poteva essere recuperato, veniva riutilizzato e attraverso questo approccio si è arrivati alla nascita di distretti come quello di City Life. I temi di economia circolare erano dunque ben conosciuti allora ma non venivano mai affrontati nelle fase di design”. “Bisogna far capire che ogni scelta di chi progetta impatta sulla possibilità dell’edificio di avere un certo rating e certe caratteristiche di sostenibilità, circolarità e flessibilità – conclude – In fase di concept, ad esempio, si può valutare quando è vantaggioso demolire e ricostruire o se è meglio adattare gli edifici già flessibili. La flessibilità è infatti un motore di innovazione. I nuovi edifici dovranno avere la capacità di essere ripensati, anche con cambi di destinazione d’uso importati, recuperando tutto quello che si può in termini di materiali e adattandoli e riqualificandoli a diverso utilizzo ove necessario”.  —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)


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