Sanità

L’Azalea della ricerca Airc torna a sbocciare per la salute delle donne

(Adnkronos) – L'Azalea della ricerca torna a colorare 3.900 piazze in tutta Italia domenica 11 maggio, in occasione della Festa della mamma. Migliaia di volontari di Fondazione Airc saranno impegnati a distribuire 600mila piantine a fronte di una donazione minima di 18 euro: una giornata importante per ricordare sessant'anni a sostegno della migliore ricerca oncologica indipendente, sottolinea l'associazione. L'Azalea Airc è disponibile anche su Amazon. Tutte le informazioni e i punti di distribuzione su azaleadellaricerca.it.  Nata nel 1984, prima campagna di raccolta fondi sulle piazze – ricorda Fondazione Airc – l'Azalea della ricerca continua a rappresentare l'appuntamento di riferimento per festeggiare le mamme e le donne con un fiore diventato un vero e proprio simbolo della salute al femminile. Questa iniziativa ha consentito ad Airc di raccogliere fondi per garantire continuità a medici e ricercatori impegnati ad affrontare i tumori che colpiscono le donne. L'appuntamento è anche l'occasione per promuovere l'importanza della prevenzione e raccontare i più importanti traguardi raggiunti dalla ricerca oncologica. In piazza, insieme alla piantina, sarà distribuita una pubblicazione speciale sui tumori che colpiscono le donne, con testimonianze e informazioni utili per sfatare molti falsi miti. In Italia solo lo scorso anno si sono stimate 175.600 nuove diagnosi di cancro nel genere femminile. I tumori più frequenti tra le donne sono quelli della mammella (53.065 nuovi casi), del colon-retto (21.233), del polmone (12.940), dell'utero (8.652), della tiroide (8.322), del pancreas (6.712), il linfoma non-Hodgkin (5.950), il melanoma cutaneo (5.872), il cancro della vescica (5.789) e dello stomaco (5.512), secondo i dati Aiom-Airtum. Oggi in Italia 2 donne su 3 che si ammalano di tumore sono vive a 5 anni dalla diagnosi grazie ai costanti progressi della ricerca che hanno reso disponibili metodi per diagnosi sempre più precoci, approcci chirurgici meno invasivi e terapie più precise, mirate e meglio tollerate. Esistono però da questo punto di vista notevoli differenze tra i diversi tipi di tumore: dopo un cancro al seno l'88% circa delle donne è viva a 5 anni dalla diagnosi, mentre per le donne colpite da un tumore ginecologico le percentuali sono del 79% circa per il tumore del corpo dell'utero, 68% per la cervice uterina e 43% per l'ovaio.  La diagnosi precoce ha un ruolo fondamentale nell'aumentare le probabilità di superare la malattia, sottolinea l'Airc. Nel tumore dell'ovaio, per cui ancora non esistono test specifici per la diagnosi precoce, l'80% circa dei casi viene identificato quando la malattia è già progredita, riducendo notevolmente le probabilità di guarigione. Gli scienziati stanno lavorando al miglioramento delle cure con la messa a punto di nuovi chemioterapici. Tra i composti recenti vi sono alcuni prodotti naturali come un potente maitansinoide estratto da una pianta veicolato da anticorpi che lo concentrano nel tumore. Ed è a volte usata in seconda linea la trabectedina, di origine marina, sviluppata da Maurizio D'Incalci e dal suo gruppo, oggi presso l'Irccs Istituto clinico Humanitas, grazie al sostegno continuativo di Airc. Inoltre, si sta studiando l'introduzione di terapie a bersaglio molecolare, usate sia come prima linea di trattamento sia in caso di recidiva. E si stanno cercando metodi innovativi per la diagnosi precoce. Sono sempre più numerose le testimonianze di persone che superano la malattia come Roberta, 37 anni, di Rieti, alla quale nella primavera del 2010 è stato diagnosticato un linfoma di Hodgkin. "Ho affrontato un percorso complesso – racconta – senza mai abbattermi nonostante la chemioterapia, la perdita dei capelli, il ritorno della malattia, il trasferimento a Milano e il trapianto di midollo. Ho provato sulla mia pelle l'importanza della ricerca: le mie terapie erano frutto di studi, sperimentazioni e innovazione. Sono stata seguita da specialisti di altissimo livello che mi hanno mostrato anche il lato umano di questo settore, fatto da medici empatici, vicini al letto del paziente e non chiusi nei loro laboratori". Accanto a Roberta c'è sempre stata mamma Carla: "La notizia della diagnosi – spiega – ha fermato tutto il resto. Abbiamo attraversato insieme un lungo tunnel cercando di seguire la lucina in fondo. La cosa peggiore è la sensazione di impotenza, quella per un genitore è devastante, non ti resta che affidarti completamente ai medici e andare avanti con fiducia".  A sostenere Fondazione Airc: Banco Bpm, partner istituzionale, Dolomia, brand di Unifarco, Gillette Venus, Maire, Mitsubishi Electric, Melinda e Stroili.  —salute/sanitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)


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