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Cinghiali: il grande inganno della caccia: più si spara, più si riproducono

Correva l’anno 2005 quando entrò in vigore il Decreto Legislativo 248/2005 che autorizzava la cosiddetta caccia selettiva ai cinghiali. Doveva essere uno strumento di contenimento, una misura “intelligente”. Dopo 20 anni, il bilancio è grottesco: i cinghiali in Italia sono passati da circa 500.000 a oltre 2.300.000 capi. Una manna per i cacciatori, un disastro per l’ambiente.

Affidare la caccia selettiva proprio ai cacciatori – cioè a chi ha interesse a mantenere alto il numero dei selvatici per poter continuare a sparare – si è rivelata una pezza peggiore del buco. I numeri parlano chiaro: non solo la misura ha fallito, ma ha alimentato una crisi ecologica che oggi appare difficilmente sanabile. Un fallimento annunciato, ma che in pochi hanno avuto il coraggio di denunciare.

Secondo l’ISPRA, tra il 2015 e il 2021, le uccisioni di cinghiali sono aumentate del 45%, con circa 300.000 abbattimenti l’anno. Eppure, i danni all’agricoltura e le incursioni urbane continuano a salire. Perché? Perché la caccia stessa sta gonfiando il fenomeno.

Il professor Andrea Mazzatenta dell’Università di Teramo spiega che i cinghiali vivono in gruppi matriarcali guidati da una “matrona”, la quale inibisce l’estro delle altre femmine. Ma quando la matrona viene uccisa – cosa comunissima durante le battute – l’intero gruppo entra in fase riproduttiva. Tradotto: più caccia, più cucciolate.

Studi europei confermano il paradosso. In Francia, è dimostrato che in zone con alta pressione venatoria, i cinghiali maturano sessualmente prima e si riproducono più frequentemente. La caccia destabilizza i branchi, moltiplica gli esemplari, li spinge verso i centri abitati. È il caos generato dalla follia armata.

Eppure si continua a difendere l’indifendibile. Si ignorano alternative come le recinzioni elettrificate, le catture selettive, i vaccini immunocontraccettivi come il GonaCon, che sterilizzano per anni senza effetti collaterali. Si preferisce invece rifornire le doppiette e gridare all’invasione.

Fonte Grafica LAV.IT

Dopo vent’anni, è il momento di dirlo forte e chiaro: la caccia al cinghiale è il problema, non la soluzione.

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Foto By https://depositphotos.com/it/home.html


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