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Rifiuti: cresce la spesa media sostenuta dalle famiglie in Italia (+2,6%), nel Lazio +4,3%

Nel 2024 la spesa media annuale per la gestione dei rifiuti per le famiglie italiane è aumentata del 2,6% rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 329 euro. Il Trentino Alto Adige è la regione con le tariffe più basse (203 euro), mentre la Puglia è la più cara (426,50 euro con un aumento del 4%).

A livello di capoluoghi di provincia, Catania si conferma il più costoso con 594 euro annui invariati rispetto al 2023, mentre Trento è il meno caro con 183 euro. Per quanto riguarda la raccolta differenziata, l’Italia ha superato nel 2022 l’obiettivo nazionale del 65%, raggiungendo il 65,2% con un incremento dell’1,2% rispetto al 2021. Tuttavia, permangono disparità tra Nord e Sud, dove si registra una spesa più elevata e livelli di differenziazione inferiori.

Mancano impianti adeguati per la gestione dei rifiuti

Il rapporto evidenzia criticità nel sistema di gestione dei rifiuti, come la mancanza di impianti adeguati, l’uso ancora diffuso delle discariche e la difficoltà nel raggiungere gli obiettivi di raccolta e riciclo per alcune categorie, come le apparecchiature elettriche ed elettroniche e i tessili. Questi ultimi contribuiscono al 10% delle emissioni globali di gas serra ma solo l’1% dei rifiuti tessili viene riciclato correttamente, mentre l’Italia produce 23 kg pro capite all’anno raccogliendone solo 2,7 kg.

Per migliorare il sistema è necessario ridurre la produzione di rifiuti, rafforzare il coinvolgimento dei cittadini e delle aziende nella filiera circolare e promuovere la responsabilità estesa del produttore nei settori critici. Le regioni più virtuose sono Trentino Alto Adige, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Marche che combinano tariffe al di sotto della media nazionale con alti livelli di raccolta differenziata, mentre al Sud nessuna regione si distingue su entrambi i fronti. Nonostante i progressi, sono dunque necessari interventi strutturali urgenti per una reale transizione ecologica.

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RegioneTari 2024Tari 2023Variazione %Raccolta differenziata2022
Abruzzo352 €334 €5,5%64,5% =
Basilicata318 €299 €6,3%63,7% 
Calabria348 €360 €-3,1%54,6% 
Campania407 €416 €-2,1%55,6% 
Emilia Romagna273 €268 €2,0%74,0% 
Friuli Venezia Giulia269 €259 €3,8%67,5% 
Lazio376 €360 €4,3%54,5% 
Liguria353 €349 €1,0%57,5% 
Lombardia254 €249 €2,0%73,2% 
Marche265 €250 €5,7%72,0% 
Molise254 €252 €0,9%58,4% 
Piemonte308 €297 €3,6%67,0% 
Puglia427 €410 €4,1%58,6% 
Sardegna363 €347 €4,6%75,9% 
Sicilia390 €396 €-1,4%51,5% 
Toscana373 €360 €3,8%65,6% 
Trentino Alto Adige203 €196 €3,6%74,7% 
Umbria371 €352 €5,5%67,9% 
Valle d’Aosta365 €303 €20,3%66,1% 
Veneto275 €262 €5,2%76,2% =
Italia329 €321 €2,6%65,2% 

Fonte: Cittadinanzattiva – Osservatorio Prezzi&Tariffe, Novembre 2024

Dei 10 capoluoghi che si posizionano come più costosi ben 7 appartengono a regioni meridionali. In modo speculare, dei 10 capoluoghi più economici, 7 sono a Nord.

I 10 capoluoghi più costosi
CapoluogoTari 2024 CapoluogoTari 2023 
Catania594 € =Catania594 €
Pisa 512 € Genova492 €
Genova501 € Napoli491 €
Napoli482 € Pisa481 €
Reggio c.478 € Brindisi464 €
Andria471 € Latina460 €
Brindisi 466 € Messina453 €
Cagliari465 € Salerno451 €
Trapani453 € Reggio c.443 €
Pistoia448 € Benevento442 €

Fonte: Cittadinanzattiva – Osservatorio Prezzi&Tariffe, Novembre 2024

I 10 capoluoghi più economici
CapoluogoTari 2024 CapoluogoTari 2023 
Trento183 € Udine181 €
Udine186 € Trento185 € 
Cremona197 € Cremona195 €
Brescia205 € Brescia195 €
Belluno205 € Belluno195 €
Fermo206 € Fermo196 € 
Pordenone207 € =Bolzano206 €
Bergamo216 € Pordenone207 € 
Isernia218 € Bergamo214 €
Siena222 € Isernia215 € 

Fonte: Cittadinanzattiva – Osservatorio Prezzi&Tariffe, Novembre 2024


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